Introduzione
Nell’ultima assemblea il CNEL (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) ha approvato il documento proposto dalla Commissione d’Informazione sul salario minimo orario. Il documento NON propone l’introduzione di un salario minimo orario bensì applica un rafforzamento della contrattazione nazionale collettiva (CCNL).
Approfondimenti
Il documento è passato con 39 voti a favori, 15 contrari ed 8 astenuti. Tra i contrari risultano i componenti della CGIL, UIL, USB ed i 5 consiglieri di nomina presidenziale. Il fronte del no è sostenuto principalmente dalla CGIL e dalle forze politiche di posizione come M5s e PD, che propongono una legge un salario minimo a 9€ lordi l’ora.
Approfondendo però alcune informazioni ci rendiamo conto di alcune cose importanti. Partendo dalle indicazioni della direttiva europea, il documento del CNEL sottolinea che il tasso di copertura dei CCNL è del 96,5% (Circa 14 milioni di lavoratori). Questa percentuale è nettamente superiore al parametro europeo, che risulta essere dell’80%. Questi dati mettono alla luce “l’urgenza e l’utilità di un piano di azione nazionale a sostegno della contrattazione“, come sostiene il CNEL.
Optare per l’opzione del salario minimo remerebbe contro il duro lavoro effettuato negli anni da CGIL, CISL e UIL, con i contratti nazionali. Il tutto senza considerare il problema dei “contratti pirata” che pur comprendo solo lo 0,4%, risultano essere un danno per circa 60.000 lavoratori.
Un salario minimo legale lordo di 9€, potrebbe risolvere diversi problemi nell’immediato di alcuni CCNL reliquati. I problemi sorgono pensando a prospettive non tanto future. Una pratica del genere darebbe la possibilità a diversi datori di lavoro di NON rinnovare molti contratti nazionali, che risultano essere ben superiori ai 9€ lordi.
La posizione della CISL
La CISL è da sempre nella posizione per difendere e rafforzare la contrattazione collettiva. Sono anni che si esige una certificazione delle organizzazioni sindacali per la firma degli accordi, così da eliminare finalmente i contratti pirata e potersi concentrare sull’ottimizzazione dei contratti nazionali.
Sono anni che la CISL propone dei sistemi per poter alzare i salari, uno di questi è la recente “Legge sulla partecipazione“ (Cliccare su “Legge sulla partecipazione” per approfondimenti). Quest’ultima si pone l’obbiettivo di portare i lavoratori nei consigli di sorveglianza e nei CDA (Consiglio di amministrazione) delle aziende, così da favorire la compartecipazione agli utili d’impresa.
Conclusioni
Alle organizzazioni sindacali, tutte nessuna esclusa, spetta la responsabilità di rinnovare i contratti in scadenza, soprattutto quelli più datati. In questi mesi, per l’industria alimentare e le piattaforme provinciali dei contratti agricoli, ci spetta un lavoro enorme. Sarà nostro dovere portare non un salario minimo bensì un salario dignitoso per tutti i lavoratori!